Ora, sapevatelo se non lo sapete, la sottoscritta è una classe ‘70, il che vuol dire che ho cominciato a sbazzicare con la grafica al computer attorno al 1990. Cioè, rendetevi conto. Il Giurassico! I dinosauri! Le cavall… ah, no, quelle no. Forse qualche cimice che andava a morire dentro ai cassoni dei computer che chi glielo faceva fare, ‘ste impunite, uno dei primi studi che mi ha presa come giovane padawan collaboratrice freelance aveva la sede in mezzo alla campagna e ogni tanto arrivava qualche bestiola con troppe zampe a tenerci compagnia.
Mi sono trovata così a dover imparare da zero un sacco di robe. Tra cui 3DStudio. No, non 3DStudioMax. 3DStudio e basta, quello che girava sotto DOS.
Un purgatorio di software che mai ne ho visti più, in compenso aveva un manuale di istruzioni e tutorial veramente efficiente e che mi ha permesso di cominciare a smanettarci praticamente da sola. Ovviamente in inglese. E mica ero al risicatissimo livello B2 di adesso, eh.
Quindi. Blender.
La prima versione che ho cominciato ad approcciare penso che fosse… la 2.46? Boh, comunque tutti a dire che interfaccia infernale, che era difficile, che non si capiva niente. Bah. Dopo 3DStudio mi sembrava tutto in discesa.
Quello che mi ha fermato ogni volta è che un programma 3D è effettivamente una cosa molto complessa. Un sacco complessa! Aggiungere una dimensione in più, anzi due se conti l’animazione, non è un lavoro mentale da poco. E ogni volta che cominciavo, poi dopo mi disperdevo, e dopo un po’ mi dicevo “beh, dov’ero rimasta?” zac, cambio versione e non ci capivo più niente. Ma l’interfaccia, povera lei, mica ne aveva colpa.
Il cambio di versione è cosa che può dare un po’ sui nervi, se ci compri sopra un manuale che poi diventa obsoleto. L’alternativa sono i video, ma in casi come questi coi video faccio una fatica bestia. Per imparare un programma datemi roba scritta! Ma in mancanza d’altro, mi stavo rassegnando ai video.
Quand’è che durante la mia breve avventura su Twitch stavo narrando ai due/tre ascoltatori le mie peripezie con i summenzonati problemi, mi viene proposto di seguire dei video di uno degli esperti di Blender in italiano.
Già meglio, mi dico, perché almeno non devo fare la fatica in più di tradurre. È così che ho scoperto le lezioni di Francesco Andresciani su Blender. L’impostazione è molto orientata all’architettura, ma quello che mi ha fatto dire “sì, ci siamo!” è il fatto che Andresciani assieme ai video – gratuiti! – offre le dispense scritte collegate a un prezzo veramente modico, e aggiunge gli aggiornamenti alle varie lezioni se la nuova versione di Blender porta cambiamenti importanti.
E quindi, ve lo consiglio. Adesso sto mischiando le sue lezioni base più quelle sulla modellazione, con la ciambellona di Blender Guru (in inglese, ma lui è australiano e i sottotitoli automatici funzionano benissimo… se li tenete in inglese) dove viene usata la suddetta ciambellona come excursus sulle varie funzionalità; qualche tutorial di PolygonRunway (anche qua per fortuna i sottotitoli rendono benino, anche questi in inglese) dove vale l’approccio di partire da un oggetto o una scena per scviscerare com’è stata costruita.
Comunque, oh, io con la node geometry non ci ho ancora capito una mazza, ma almeno sono riuscita ad arrivare ai materiali. Che è già molto di più di quello che io abbia mai raggiunto nei tentativi precedenti…