Come ho scritto nel progetto dedicato, il Gruppo Storie dell’INAF è un’area del ramo Didattica e Divulgazione dell’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica. Vi rimando alla pagina per i dettagli, compreso il filmato presente nella pagina del concorso in cui c’è una breve parte dedicata al modus operandi della sottoscritta.
Per lasciare spazio alle interviste ai concorrenti la mia parte è assai stringata: qui vorrei approfondire un po' di più l’argomento per chi si fosse trovato con la curiosità.
Open Source
Uno dei punti che non ho toccato per amor di brevità è il fatto che lavoro in gran parte con applicazioni open-source: a mio dire, sebbene interessante da tener presente, alla fine non è una variabile che va a impattare il risultato finale: che è esattamente quello che mi aspetto.
Comunque, uso Krita su Linux Mint: Il secondo è una distribuzione basata su Ubuntu ma ancora più per utont… ehm, utenti non esperti, mentre invece Krita è un programma specializzato per disegno e pittura. Se possiamo paragonarlo ad altri programmi commerciali possiamo fare il nome non tanto di Photoshop quanto di Corel Painter o Paint Tool Sai.
Krita, come molti progetti open source, è supportato daglle donazioni utenti e dalle sponsorizzazioni, ed è liberamente scaricabile da qua: Krita. È disponibile anche per la piattaforma Windows e OSX, ed è anche in italiano, a seconda della lingua della piattaforma si adatterà alla vostra configurazione – si può cambiare lingua in un secondo momento, comunque.
Passo all’hardware: non darò specifiche e numeretti perché non sono esperta, ma tenete conto che dato che ci lavoro, il portatile qua sotto è di fascia abbastanza alta. Krita può comunque lavorare molto bene su macchine di fascia media e medio-bassa e se accompagnate ad una distribuzione Linux adatta a macchine poco potenti, si può avere comunque un compromesso accettabile. Trovate i requisiti di sistema nella pagina del download.
Hardware
Nello specifico: il portatile, la tastiera ausiliaria (che uso al posto di quella principale) e il tablet-monitor, Huion Kamvas 16. Quest’ultimo è in pratica uno schermo su cui si può disegnare. Avrete sentito la più nota delle marche di questo tipo di dispositivi, la Wacom. Ho scelto Huion per una banale questione di costi, anche se dal lato della compatibilità totale con Linux c’è da avere ancora un po’ di pazienza – i pulsanti a lato non funzionano del tutto. Ininfluente per chi comunque non li usa mai, un po' meno per chi preferirebbe utilizzarli.
La procedura
Le illustrazioni erano di vari fenomeni e oggetti relativi all’astronomia, di cui potete intravedere la lista scritta in nero nell’immagine. E poi, quello che in anglosassone chiamano “brainstorming” e “thumbnailing”, ovvero raccogliere tutte le idee possibili e scarabocchiarle (letteralmente, il passaggio iniziale per me è uno scarabocchio) su un foglio o direttamente in elettronico, come sto facendo adesso.
La differenza tra usare foglio, elettronico o tutte e due dipende da… boh. Nel mio caso, da come gira quel giorno e dal caldo che fa al momento. Sul caldo non scherzo: un tablet di questa misura comincia a scaldare e nella stagione estiva il disagio è maggiore – anche indossando il mezzo guanto che si intravede nella foto e che servirebbe a far scivolare meglio la mano sulla superficie.
Una volta scelto tra gli scarabocchietti quello che più mi ispira, vado di ricerca.
Ebbene sì: per disegnare servono riferimenti, in questo caso di un satellite artificiale.
Cosa vuol dire usare uno (o più) riferimenti? Non voglio fare una copia di uno dei tanti satelliti che ci gironzolano sulla testa, ma desidero comunque offrire un’immagine plausibile dell’oggetto in questione.
Cerco foto – e dato il soggetto, i siti della NASA e dell’ESA mi offrono quello che cerco. Creo una “moodboard” con le più significative, e con questa sott’occhio cerco di evincere una satellitudine da poter poi stilizzare in un oggetto che non è nessun satellite particolare ma è perfettamente riconoscibile come satellite artificiale.
(Il software che uso per le moodboard è PureRef che va a donazioni ma esistono altre versioni come BeeRef se volete qualcosa di totalmente gratis oltre che libero.)
no, non disegno così in fretta! Il video è accellerato di 4 volte. All’inizio si vede come uso una forma vettoriale per creare lo sfondo, il resto è disegnato sulla traccia della bozza prescelta con un pennello dall’effetto pastello a cera, e poi una serie di dettagli. Ho tagliato corto per non annoiarvi ma dopo c‘è stato un altro po’ di lavoro di rifinitura.
Il risultato
Ed ecco il risultato: